• Acari

    Gli acari della polvere appartengono alla famiglia delle pyroglyphidae sono responsabili della produzione di allergeni contenuti nella polvere delle abitazioni.
    Proliferano principalmente in ambienti a tenore di umidità medio alto e l’uso degli impianti di riscaldamento ne favorisce la crescita principalmente in primavera e sul finire dell’autunno.
    La riproduzione degli acari è molto rapida ed avviene con la deposizione di uova da cui nascono le larve  che si schiudono in 48 ore.
    Gli acari sono responsabili di numerose reazioni allergiche come asma e raffreddore sia negli adulti che nei bambini. Si nutrono di forfora umana e polvere e tendono ad annidarsi nei tappeti, nelle moquettes  così come nei cuscini e materassi.
    Gli acari possono inoltre essere vettori di malattie causate da agenti patogeni.

  • Blatte o Scarafaggi

    Le due specie più comuni nel Nord Italia sono: la Blattella germanica (fuochista) e la Blatta orientalis (scarafaggio nero). In determinate aree, ove il clima è favorevole, è diffusa anche la presenza di Periplaneta americana soprattutto  all’interno di stabilimenti dell’industria alimentare.
    Le blatte  sono veicolo per svariati microrganismi patogeni, stafilococchi batteri ed altri parassiti  pericolosi per l’uomo e per altri animali.
    La presenza delle blatte è in grado di danneggiare partite di derrate alimentari che possono essere contaminate da escrementi e frammenti di blatte morte.
    Il ridottissimo spessore del corpo delle blatte e la loro capacità di attraversare tratti di tubature sommerse rendono molto difficile isolare un ambiente per impedire l’arrivo di questi insetti. Capaci di superare le più svariate barriere architettoniche, le blatte, attirate da ogni possibile fonte alimentare, colonizzano svariati ambienti prediligendo i luoghi umidi e poco illuminati.
    L'elevato potenziale riproduttivo e la capacità di colonizzare rapidamente nuovi ambienti fanno di questo insetto una minaccia costante per qualsiasi attività umana.
    Negli ultimi 10 anni, in particolare, le infestazioni hanno cominciato ad interessare sempre di più le abitazioni, principalmente  le cucine ed i bagni. Questo si spiega tenendo conto di quelle che sono le necessità fondamentali di questa specie, vale a dire la presenza concomitante di: temperature abbastanza elevate, alta umidità, presenza di cibo e di nascondigli sicuri.
    Si annidano nelle cavità lasciate disponibili dalle cerniere degli sportelli, dagli zoccoli in plastica, e da ogni fessura ed intercapedine. Vengono utilizzati come rifugio anche i piccoli elettrodomestici forno a microonde, spremiagrumi,  radio, impianti stereo e televisori.
    Le blatte possono arrivare in un'abitazione o in un esercizio commerciale in mille modi diversi. Possono provenire da abitazioni adiacenti, spostandosi attraverso intercapedini, tubi di passaggio dei fili, spazi attorno ai tubi di scarico. Nella stagione calda si spostano lungo i muri esterni ed interni e possono passare senza difficoltà sotto le porte d'ingresso o attraverso le griglie di aerazione. .

  • Cimici

    L’ospite principale della cimice dei letti è l’uomo. Esse  si possono annidare nelle abitazioni in tutto il mondo. Sono in grado di infestare anche alcuni animali, principalmente i piccioni e le rondini.
    Le cimici tendono ad annidarsi nelle camere da letto. Si nascondono nelle fessure e nelle fenditure per la maggior parte del tempo, uscendo di notte per cibarsi di sangue. I loro nascondigli sono sempre vicini al luogo in cui il loro ospite dorme: intelaiatura del letto, materasso, mobilia, battiscopa e tappezzeria sono il rifugio durante il giorno.
    Le cimici degli  uccelli, come la cimice della rondine o del piccione, si trovano nei nidi dei loro ospiti. L’infestazione di queste cimici che attaccano anche l’uomo, può derivare da nidi abbandonati costruiti vicino o all’interno delle abitazioni.
    Le cimici possono causare forte irritazione con insonnia, debolezza e fiacchezza particolarmente nei bambini. Il morso provoca un gonfiore duro e biancastro.
    Gli escrementi degli insetti conferiscono una riconoscibile e spiacevole puzza di mandorle alle camere abbandonate.
    Hanno capacità di deporre uova con un ritmo elevato e proliferano molto soprattutto in presenza di impianti di riscaldamento.
    Per sradicare l’infestazione è necessario trattare i locali accuratamente con insetticidi adatti, e eliminare i nidi e trattare gli ambienti circostanti nel caso di presenza di cimici degli uccelli.

  • Formiche

    In Europa esistono poche specie indigene che nidificano all’aperto ma possono regolarmente entrare nelle case.
    Nidificano normalmente nell’erba, sui muri e sotto il selciato. Le formiche operaie esplorano ampie zone in cerca di cibo ed è in questo modo che colonizzano le abitazioni  raggruppandosi intorno alle fonti di cibo. Non sono ovviamente una vista piacevole e possono danneggiare il cibo utilizzato come alimento per l’uomo.
    Sebbene spesso inaccessibili e difficili da distruggere, i formicai devono essere estirpati se si vuole che le infestazioni siano controllate con successo. I formicai possono essere localizzati seguendo le tracce.
    I trattamenti insetticidi possono essere applicati nei e attorno ai formicai; occorre assicurarsi che uno strato residuo di insetticida sia mantenuto nei punti strategici, per esempio gli ingressi degli edifici: porte, finestre, ventilatori, condutture e tubi di scarico. Anche le zone di congiunzione tra muro e pavimenti, i percorsi delle formiche e altri possibili rifugi dovrebbero essere trattati.

  • Mosche

    La mosca è comune in tutti gli ambienti frequentati dall'uomo, aperti o chiusi. Esistono molti tipi  di mosche di colori e dimensioni differenti.
    Hanno afflitto l’uomo e intaccato il suo benessere da migliaia di anni. Alcune specie succhiano il sangue, altre si nutrono di rifiuti e contaminano il cibo. Alcune trasmettono malattie, altre attaccano piante, o crescono a spese di insetti, ed infine alcune aiutano l’impollinazione.
    Molto mobile, si sposta rapidamente su ogni sostanza alimentare: dal latte agli escrementi, passando ad ogni altra fonte di cibo.
    E’ una specie molto prolifica: ciascuna femmina può deporre 100-150 uova a piccoli gruppi, e prosegue con nuove deposizioni a distanza di 3-4 giorni fino ad arrivare anche a 1000.
    Le uova vengono deposte su sostanze organiche in decomposizione dove le larve potranno alimentarsi subito. Questo spiega il proliferare di mosche attorno a depositi di immondizie lasciati abbandonati.
    In condizioni ottimali di cibo e clima completa il ciclo anche in soli 8-10 giorni.
    La conoscenza del suo ciclo biologico ci permette di operare una prevenzione efficace, eliminando tutti i possibili focolai e rimuovendo ogni substrato adatto alla ovideposizione.
    Con clima caldo è necessaria molta cura per diminuirne, se non eliminarne, la presenza.
    Nelle ore fresche della giornata resta all’interno delle abitazioni soffermandosi su fili, corde ed altri oggetti pendenti dai soffitti. Nelle ore calde preferisce rimanere all’esterno su rami, foglie, fili, ecc.
    E’ sempre alla ricerca di cibo: posandosi su immondizia, feci e su ogni genere di materiale può essere vettore di virus, batteri, uova e larve di parassiti e altri agenti patogeni.

  • Pulci

    Le pulci sono parassiti che si nutrono del sangue di mammiferi e uccelli. Hanno un ciclo di riproduzione mediamente rapido.
    Le pulci più comuni infestano i piccioni, cani, i gatti e l’uomo.
    Nella maggior parte dei casi la pulce dell'uomo (Pulex irritans Linnaeus) è più molesta a causa dei suoi movimenti sulla cute che per le sue punture; provoca al suo ospite solo fastidio (arrossamento cutaneo e prurito); tuttavia, alcune persone e alcune animali possono soffrire di allergia alla saliva delle pulci, e riportare questi sintomi in forme particolarmente violente. Le pulci possono anche essere vettori di virus e in paesi caldi essere addirittura responsabili della trasmissione della peste bubbonica.
    Per animali domestici come cani e gatti esistono prodotti veterinari di vario genere che contrastano l'infestazione da parte di pulci. Questi prodotti allontanano le pulci dagli animali, ma non difendono il proprietario o l'abitazione.
    L'infestazione di una abitazione deve essere combattuta con strumenti che interrompono il ciclo di vita della pulce, impedendone la riproduzione. In genere, si utilizzano pesticidi analoghi a quelli usati per combattere le tarme.

  • Ratti

    I topi che abitano le nostre città invasero l’Europa nel diciottesimo secolo soppiantando altre specie già esistenti. Essi si sono insediati nelle reti fognarie dove, grazie all’abbondanza di rifiuti, continuano a proliferare con un ritmo molto rapido.
    Specie estremamente adattabile il topo vive praticamente in qualsiasi luogo che gli offra un recesso in cui potersi nascondere e del cibo.
    Attivi perlopiù dopo il tramonto, i topi non vanno in letargo. A differenza di molti altri roditori, si adattano molto bene anche ad ambienti freddi purché vi sia disponibilità di cibo.
    Per segnalare la propria presenza marcano il territorio con urina e feci. Queste ultime, lunghe circa 3 mm e di colore nero sono il segnale visibile, anche all'occhio umano, dell’infestazione dell'ambiente. La loro urina ha un caratteristico forte odore dovuto alla presenza di numerosi composti chimici.
    I topi sono onnivori: mangiano perlopiù prodotti di origine vegetale, ma all'occorrenza non disdegnano carne e latticini.
    La loro capacità di proliferazione è elevatissima. Essi sono in grado di riprodursi durante tutto l'anno. La femmina può partorire e rimanere nuovamente gravida in continuazione raggiungendo i quindici parti annuali. La gestazione dura all'incirca tre settimane e il numero dei cuccioli varia  fra i  3 ed i 14. A loro volta, attorno al mese d'età i cuccioli sono già in grado di cominciare a riprodursi.
    I topi causano danni ingenti alle riserve di cibo e trasmettono numerose malattie.

  • Tarli

    Il tarlo di forma cilindrica marrone scuro. Raggiunge una lunghezza che varia tra i 3 e i 5 mm.  Gli esemplari femmina depongono le uova in vecchi fori del legno, le larve appena schiuse penetrano all'interno scavando gallerie e vi rimangono fino a metamorfosi completa. Le larve si nutrono di cellulosa ed amido, e depositano fibre di legno ed escrementi. Solamente quando la larva raggiunge la forma adulta fuoriesce dal legno per sfarfallare all'esterno, lasciando dei caratteristici fori, dal diametro di 2 mm circa, indicativi del suo passaggio.
    L'incubazione all'interno del legno può durare anche più di 3-4 anni.
    La presenza dei fori sulla superficie legnosa è indicativa quindi di uno sviluppo già terminato. All'interno del legno restano infatti soltanto le gallerie vuote, gallerie che rappresentano una grave minaccia sia per la salute di fusti vivi che per l'integrità della mobilia d'appartamento, in quanto compromettono le funzioni vitali nei primi e la stabilità e robustezza nella seconda.
    In generale il tarlo predilige deporre le uova nel legno situato in ambienti domestici perché questo è di più facile digeribilità e lontano da condizioni atmosferiche sfavorevoli.
    Al contrario di quanto comunemente si crede, i fori lasciati dal tarlo sono di uscita e non d'entrata: quando compaiono sulla superficie del legno i danni sono già stati arrecati.

  • Tarme

    La larva della tarma è conosciuto come un grave infestante. Può trarre il suo nutrimento non solo dai tessuti - in particolare lana - ma anche da molte altre fonti. Le tarme si nutrono di tessuti e fibre naturali. Le tarme preferiscono i tessuti sporchi e sono particolarmente attratte dai tappeti e dai vestiti che contengono sudore umano e residui di altri liquidi. Sono attratte in questi casi non tanto dal cibo ma dall'umidità. Le larve non bevono acqua, di conseguenza deve contenerne il loro cibo.
    Dalle uova escono larve che cominciano a nutrirsi  ed escono sotto forma di adulti. Gli adulti non mangiano: i maschi adulti cercano le femmine e le femmine cercano posti dove deporre le uova. Una volta terminata la riproduzione, muoiono. Contrariamente a quello che comunemente si crede, le tarme adulte non mangiano né causano danni a vestiti o tessuti. Sono le larve le uniche responsabili di questo, poiché passano la loro vita a mangiare e alla ricerca di cibo.
    Sia adulti che larve preferiscono luoghi scarsamente illuminati. I tappeti tessuti a mano sono tra le loro prede preferite, per la facilità con cui possono nascondersi nella loro parte inferiore, e da lì fare i loro danni. Si infilano anche negli zoccolini ai bordi delle stanze in cerca di aree buie dove poter trovare cibo.

  • Vespe

    Le vespe sono insetti utili all’ecosistema ma al tempo stesso possono essere dannose e pericolose per la salute.
    Si nutrono di frutta come mele, pere e prugne. La necessità di raccogliere legno per costruire i nidi può danneggiare i manufatti in legno delle costruzioni, le staccionate e talvolta anche i mobili da giardino.
    Le vespe hanno un ritmo di riproduzione rapido, 4-6 settimane dopo la deposizione delle uova, la prima generazione di operaie sfarfalla pronta a mettersi in cerca di cibo. Alla fine dell’estate il nido può contenere 20.000 o più vespe. In questo periodo sono particolarmente fastidiose infatti le operaie sono libere dalla necessità di raccogliere cibo per le larve e si dedicano alla ricerca di sostanze dolci come marmellate e sciroppi. Possono contaminare i cibi soprattutto se trattati con dolcificanti ed aromatizzanti.
    La puntura di vespa è molto pericolosa a causa dell’intensità del dolore che provoca: incidenti stradali inspiegabili sono stati talvolta attribuiti alla distrazione dei guidatori causata dalle vespe.
    Il pungiglione inietta nella vittima un veleno emolitico, emorragico e neurotossico con presenza di istamina che causa arrossamenti, gonfiori e lividi sulla pelle.
    Punture di vespe intorno alla gola possono creare ostruzioni delle vie respiratorie, difficoltà respiratorie, vomito, diarrea e orticaria. In caso di attacco di massa il pericolo principale è  lo shock anafilattico, derivante da punture ripetute, che può provocare addirittura la morte.

  • Volatili

    Piccioni e altri uccelli hanno sviluppato colonie molto prolifiche nelle nostre città utilizzando tetti, cornicioni, balconi, insegne luminose e tutte le superfici piane in genere come punto di appoggio.
    I volatili possono causare gravi problemi alla salute pubblica: piccioni, tortore, storni, gabbiani e passeri, sono tutti portatori di numerose malattie oltre a servire da veicolo per la diffusione di numerosi parassiti quali le zecche e le pulci.
    Siamo in grado di utilizzare strumenti diversificati: dall’installazione di barriere di tipo meccanico atte ad limitare la possibilità di posa degli uccelli sulle superfici all’uso di sistemi elettrici di dissuasione. Questi ultimi garantiscono un risultato immediato e definitivo e la loro installazione, effettuata da personale altamente specializzato, può essere realizzata su ogni tipo di struttura.

  • Zanzare

    Le zanzare appartengono ad una famiglia di insetti che conta circa 3540 specie. La loro caratteristica è la capacità di pungere altri animali e prelevarne il sangue. Per questa via la zanzara è in grado di trasmettere alla vittima microrganismi patogeni responsabili di malattie spesso mortali.
    Le uova delle zanzare, sono deposte in acqua stagnante dove le larve crescono  fino allo stadio adulto. Il ciclo vitale della zanzara è molto breve, i maschi hanno una vita spesso inferiore al mese e le femmine arrivano ai  3 o 4 mesi ma in questo periodo sono in grado di proliferare ad un ritmo rapidissimo. Possono sfruttare qualsiasi luogo ove sia presente acqua: dai sottovasi delle piante d’appartamento ai tombini o agli stagni; è per questa ragione che è difficilissimo contrastarne lo sviluppo.
    Le zanzare sono attratte dall’odore delle vittime, nel caso dell’uomo soprattutto dall’alito e dal sudore.
    Una volta raggiunto l'ospite, la femmina perfora la pelle fino a raggiungere un capillare sanguigno. Poi la zanzara introduce nella ferita la propria saliva che ha una funzione anticoagulante e anestetizzante per ridurre i tempi di  suzione del sangue  e permettere di completare il pasto prima della reazione della vittima. E’ in questo momento che la zanzara può trasmettere virus spesso causa di malattie mortali; in Italia fino a pochi decenni or sono la malaria era ancora presente in molte zone e anche oggi malattie come il favismo e l’anemia mediterranea hanno stretta correlazione con l’infezione da morso di zanzara. Oggi l'emergenza sanitaria è limitata alla diffusione della Dirofilariasi canina, che ha carattere epidemico in Pianura Padana ma ricordiamo che in Emilia Romagna abbiamo assistito nel 2007 alla comparsa di diversi casi di chikungunya, malattia febbrile virale trasmessa da questi insetti.

    La zanzara tigre chiamata così perchè vistosamente tigrata di bianco e nero è attiva durante il giorno e non solamente all'alba o al tramonto; indigena in zone tropicali e subtropicali e si sta adattando con successo anche a regioni più fredde come l’Italia.  Punge rapidamente riuscendo così a fuggire velocemente. Per ingerire la quantità necessaria allo sviluppo delle uova punge vari  ospiti agevolando la trasmissione di malattie da un individuo ad un altro come ad esempio la dirofilariasi dal cane all'uomo. Manifesta una forte resistenza a veleni comuni ed una straordinaria capacità di adattamento all'ambiente

  • Zecche

    Esistono circa 850 specie di zecche. Tutte sono parassiti e si cibano del sangue di mammiferi e uccelli. Gli ospiti preferiti sono i cani, i ricci le volpi ma anche i piccioni oltre alle pecore, le capre e vari uccelli che si nutrono al suolo. Le zecche possono colpire anche l’uomo.
    In ambiente urbano i loro rifugi sono nelle crepe, nelle fessure degli edifici e nelle suppellettili mentre in campagna si annidano nell’erba e sul terreno.
    Le zecche possono trasmettere diverse malattie che derivano in particolare da animali selvatici che fungono da riserva.
    Le femmine si nutrono di sangue aumentando il peso del corpo fino a 150 volte poi le uova sono deposte e quando si schiudono, danno origine a larve con sei zampe che si arrampicano sulla vegetazione aspettando che passi un ospite.
    Il metodo adottato per il controllo delle zecche dipende dalle specie interessate e dalla loro distribuzione. Comunque per chi lavora all’esterno in aree infestate da zecche sono importanti gli indumenti protettivi che possono essere trattati con repellenti.
    L’infestazione può essere ridotta tagliando la vegetazione e rimuovendone i residui. La vegetazione deve essere trattata con insetticidi adatti assicurando un’adeguata penetrazione degli stessi.
    Se si è morsi da una zecca bisogna fare attenzione, si può  rimuovere toccandola con un solvente volatile e premendola verso l’interno per sganciare i denti prima di toglierla.